La Dermoriflessologia

La Dermoriflessologia, è a tutti gli effetti una terapia olistica, in quanto considera l’uomo nella sua globalità di essere vivente, fatto di parte fisica e parte emotiva ed è una tecnica riflessologica in quanto si avvale dell’intera superficie cutanea come vero e proprio specchio della sfera psicosomatica.
Per parlare di Dermoriflessologia, è necessario parlare di due principali capitoli, ovvero quello della memoria e quello che riguarda il suo principale scopritore, ovvero il medico italiano, Giuseppe Calligaris.

Parlare di memoria è come parlare della vita stessa. Questa infatti si compone di pagine belle e serene e altre di natura opposta e sono proprio quest’ultime a dare di solito, più frutti nella storia d’apprendimento che appartiene alla normale evoluzione del genere umano.
Far tesoro delle lezioni più dure, spesso non è cosa facile, a volte risulta proprio impossibile, ma analizzando quello che succede con l’azione motoria, se inciampo probabilmente è perché non ho visto il gradino e, una volta caduto, il dolore, il sangue ed il ricordo, mi farà imparare a riconoscere l’ostacolo e prendere le dovute cautele per non incorrere nel solito “capitombolo”.
Allo stesso modo, un’esperienza difficile emotivamente, farà in modo, se analizzata e metabolizzata nel migliore dei modi, non tanto evitare una nuova esperienza, ma piuttosto a mettere a frutto gli insegnamenti appresi, per limitare i danni.

Solo così un ostacolo diventa un esame e non spaventa più. Qui è doveroso fare una precisazione sulla fondamentale soggettività dell’individuo davanti ad un ostacolo/esame, sia tra soggetto e soggetto che cronologicamente, ovvero lo stesso ostacolo per una persona è di poco conto, per un’altra è insormontabile, basti pensare al timido e all’estroverso davanti all’esame di parlare in pubblico, ma anche nel tempo, come infatti la stessa persona possa cambiare atteggiamento davanti alla medesima prova, della serie, una volta rotto il ghiaccio, tutto sembra più semplice.
È da precisare pure che si parla di due tipi distinti di memoria, quella conscia e quella inconscia e dal momento che ogni esperienza con la quale siamo venuti a contatto, anche se sembra fatta di energia incorporea, ha lasciato un segno che si è cristallizzato nella nostra materia fisica, non solo a livello mentale, sede tradizionale della memoria cosciente, ma anche a livello corporeo, sede dei ricordi inconsci.

La Dermoriflessologia, si inserisce nell’ambito della liberazione dell’energia racchiusa e cristallizzata all’interno di un trauma o di un brutto ricordo e visto che l’energia viene liberata, torna disponibile alla persona per affrontare diversamente il futuro e le sue prove. È da specificare anche che non si deve necessariamente parlare di un evento catastrofico come il responsabile di una particolare ferita, bensì anche un evento che mette a disagio, si ripete più volte, non è metabolizzato dal soggetto e viene archiviato come traumatico.
È legato anche alla vitalità della persona e comunque il permanere del disequilibrio compromette alla lunga il funzionamento dell’organo fino alla somatizzazione. Si può dire quindi, che un disturbo psicosomatico non è altro che una modificazione della materia che costituisce  l’organo ad opera di un processo emotivo o mentale.
È qui che si inserisce la figura del dottor Calligaris, infatti il rapporto tra psiche e soma non è una novità ma egli introduce un terzo “personaggio”, quello della pelle. Si accorge  infatti che, un determinato atteggiamento mentale, oltre a ripercuotersi sul funzionamento dell’organo, si riflette contemporaneamente anche su precise aree cutanee e viceversa.

Giuseppe Calligaris

È giusto inquadrare prima la figura di Calligaris. Si laurea a Bologna nel 1901 in neurologia con la tesi “il pensiero che guarisce”, dove compaiono nella bibliografia nomi importanti legati alla filosofia, all’ipnosi e ai fenomeni miracolosi di Lourdes, ma non nomi come quelli di Freud e colleghi.

Con la tesi anziché attirare diffidenza su di lui, attira l’attenzione del Prof. Mingazzini, padre della neurologia moderna, che lo fa suo assistente. Diviene professore universitario già dopo due anni. Inizia in quegli anni uno studio che condurrà fino alla morte avvenuta nel ’44, su migliaia di casi , sulla relazione esistente tra i danni presenti in una ben precisa zona della corteccia cerebrale e le aree della pelle che risultano prive di sensibilità.

Pubblica più di trenta volumi sui suoi studi e attira molte attenzioni quando scopre la relazione esistente tra organo, pelle ed emozione. Col suo metodo, che egli usa anche come preciso mezzo diagnostico, visto che al tempo non c’erano di sicuro i mezzi che abbiamo oggi per conoscere lo stato di salute degli organi, è possibile anche incrementare facoltà umane spesso sopite, come la trasmissione del pensiero, la facoltà di veggenza, di radiestesia e di viaggiare in astrale in terre ed epoche lontane.

Curiosità, ad una dimostrazione pubblica di tali esperimenti, assistette anche il celebre yogi Yogananda, che ne fece cenno nella sua famosa biografia, tanto ne rimase colpito. Questi studi, alla morte di Calligaris vengono presto dimenticati fino a quando, alle soglie del duemila, una coppia di studiosi, Flavio Gandini e Samantha Fumagalli, ne riprendono le fila, ne fanno sviluppi e ne traggono una metodologia non tanto per diagnosi quanto per cura, facendo nascere così la Dermoriflessologia metodo Giuseppe Calligaris.

Metodologia

Questo nome, appunto, come dicevo in precedenza, in quanto trattasi di una tecnica riflessologica che usa la pelle come specchio della sfera psichica e somatica  grazie alla quale si può effettuare un’indagine dello stato energetico della persona in quel preciso momento e promuovere il riequilibrio psico-fisico oltre che l’autoconoscenza. Si stimola più in particolare l’aspetto emozionale legato ad un evento traumatico, spingendo il soggetto verso l’autoguarigione e il proprio soggettivo stato di benessere. Si può considerare come una sorta d’agopuntura dell’anima e questo perché sfrutta questo infinito reticolo che Calligaris, con metodo scientifico, scopre e traccia su tutto il corpo, fatto di linee primarie e secondarie, nonché di centinaia di placche. Questo reticolo che si proietta sulla superficie corporea, sulla pelle, come per fare un esempio si proietterebbe l’ombra di una rete inondata di luce, stesa sopra un corpo, è formato di linee primarie (dieci) e secondarie (ottanta). Per comodità, si indagano e poi si trattano sulle mani, che in questo caso si comportano come un frattale dell’intero corpo.

Linee primarie e secondarie

Analizzando la mano, si trovano, sul dorso le linee relative alla sfera emotiva e psichica, mentre sul palmo quelle relative allo stato di salute degli organi. Una volta che si fa l’indagine delle linee, che tra loro si comportano come bilance, quando si trova una linea sovraccarica, a dimostrare una sofferenza del sistema, si sfrutta a riequilibrio, la bilancia opposta corrispettiva. Il lavoro parte dal riequilibrare le primarie che fungono da vero e proprio vaso comunicante nei confronti delle secondarie e questo quindi già spinge la persona verso il ritorno al benessere, non solo fisico ma anche emotivo. Se ciò non bastasse, ovvero la persona non fosse in grado di riconoscere il suo disagio, si può sfruttare l’indicazione fornita dalle linee secondarie le quali, ci permettono d’inquadrare alla perfezione la sfera entro la quale la persona sviluppa il disagio. Per fare un esempio, la linea primaria mi indica una sofferenza del sentimento amore, ad indicare un disagio della persona nei confronti di questo sentimento che può essere a sua volta in entrata, come amore ricevuto o in uscita, come la capacità di darlo e con le secondarie, inquadro l’ambito in cui si sviluppa maggiormente il disagio della persona, che può essere ad esempio in ambito sociale, lavorativo, famigliare e così via.

Placche

Come accennavo prima, ci sono centinaia di placche disseminate su tutto il corpo, proprio perché Calligaris come Gurdjieff arrivò a scoprire il modo col quale si memorizzano emozioni e ricordi. Questi infatti seguono due modalità d’archiviazione, ovvero quella emotiva e quella cronologica. L’archiviazione emotiva al suo interno ha racchiuse tutte quelle emozioni accomunate dallo stesso sentimento, possa essere amore, rabbia, dolore e via dicendo, quella cronologica, segue invece la numerazione degli anni.

Calligaris delineò sulla pelle cento placche corrispondenti alle età comprese tra la vita intrauterina fino al centesimo compleanno e, stimolandole, anche divise per settenni come ad indicare le età eroiche di Steiner, è possibile liberare dai vissuti irrisolti gli anni o l’anno preso in considerazione. È da riconoscere che con la Dermoriflessologia non si cancellano i ricordi, bensì si rivivono alla luce dell’esperienza accumulata negli anni ed è così possibile risolvere esperienze che al tempo non furono metabolizzate magari per il loro carico emotivo troppo forte rispetto alle nostre capacità del momento. Ci sono anche placche relative ad alcune figure chiave dell’esistenza come il padre e la madre oltre alle placche relative a particolari sentimenti come ad esempio la fiducia in se stessi, la timidezza, l’altruismo e così via, utili da stimolare quando la persona voglia incrementare o far decrescere alcune “parti” di sé. All’interno delle placche, che sono da immaginare come LP, abbiamo anche memorie antiche, infatti troviamo le tracce più esterne dove sono registrate le nostre, vissute in prima persona, per poi incontrare, andando sempre più verso il centro, quelle appartenute ai nostri genitori e progenitori, quelle relative a vite vissute in precedenza dalla nostra anima, fino ad incontrare la centro concetti comuni al genere umano.

Stimolazione

Per stimolare linee o placche si utilizzano vari modi come la stimolazione tattile, luminosa o elettrica. Di sicuro quest’ultima è la più efficace nel dare risposte, in quanto sfrutta varie frequenze, che vanno dai 150 Hz fino ai 2, ovvero le onde delta, associate al più profondo rilassamento psico-fisico, quelle del sonno senza sogni, dell’abbandono totale, con l’effetto che può materializzare fenomeni di autoguarigione.

È da puntualizzare una cosa fondamentale e cioè quella che durante il trattamento, la persona non è in uno stato alterato di coscienza, anzi si è più attenti ai propri sentimenti e stati d’animo, come se la Dermoriflessologia cancellasse rumori di fondo e distrazioni, per focalizzare l’attenzione su cose sfuggite e così rielaborarle in modo più sano e superarle. Ci sono dei meccanismi di sicurezza comunque, che il sistema mette automaticamente in atto, ovvero quelli rivolti a salvaguardare la persona da ricordi o step troppo forti per lui in quel momento e che perciò non escono all’attenzione, un po’ come succede per i sogni al mattino, è l’inconscio stesso che li cancella quando la persona non è ancora pronto per affrontarli e capirli. Un capitolo fondamentale della Dermoriflessologia al quale mi aggancio ora è quello dei sogni.

Sogni

Questi infatti, con la stimolazione elettrica, vengono polarizzati e richiamati secondo il “capitolo” trattato durante la seduta e nelle notti successive, affiorano sogni in risposta alle “domande” fatte. Questa è un’altra freccia a disposizione per la risoluzione dei quesiti esistenziali, spesso illuminanti nei confronti del nostro comportamento quotidiano, che, come diceva bene Calligaris, spesso l’uomo, seguendo la legge del minor sforzo, vive per automatismi, come un “fantoccio meccanico”, è proprio con la Dermoriflessologia che la persona vede l’alternativa per operare il cambiamento, interrompendo tali automatismi.

Dopo una seduta, la persona percepisce per alcuni giorni, un senso di benessere il quale però dura molto più a lungo a livello cellulare. Con il “Bia-vector”, un apparecchio che ai tempi di Calligaris non era ancora stato inventato, si misura lo spostamento di liquidi da extra a intracellulari, che poi indica lo stato di benessere della cellula perché è proprio con i liquidi che entrano, che passano le sostanze nutritive fondamentali. In mezz’ora di trattamento si è misurato uno spostamento fino a mezzo litro di liquidi e poi tale situazione permane anche fino al mese successivo.

Questo non è certo doping, ma di sicuro anche in chi sta bene, costituisce un’arma per accrescere il proprio stato di forza e salute, mi riferisco agli atleti, prima di una competizione.
Anche se comunque la persona non fosse cosciente del proprio cambiamento, perché avvenuto a livello inconscio, è capitato spesso che siano terze persone a notarlo e a rimarcarlo alla persona stessa. Nella maggioranza dei casi è comunque la persona stessa ad essere il nuovo attore della propria vita, in quanto dopo il trattamento ha una diversa modalità di reazione emotiva per vivere quell’evento ma pure sempre libero di tornare al vecchio schema.

Ultimo paragrafo di questo lavoro ma non meno importante, è inquadrare la figura del dermoriflessologo. Questi non è uno psicologo, non consiglia, bensì è un accompagnatore, un “salvagente” perché esterno al dramma, non si sostituisce alla persona trattata che rimane l’unico in grado di capire, metabolizzare l’insegnamento per poi operare il cambiamento.
Unica controindicazione al trattamento è la presenza di pace-maker e per i bambini in età prescolare, non c’è trattamento diretto, bensì si opera sul genitore ola persona responsabile della sua crescita.

Concludendo mi piace porre l’attenzione su questo grande personaggio che è Calligaris, riscoperto e portato alla giusta attenzione da Gandini e Fumagalli, il quale ha sacrificato la propria vita per dimostrare scientificamente le sue intuizioni geniali, che uniscono, con le dovute differenze altre Medicine, ai tempi a lui sconosciute, come quelle dei Meridiani cinesi, concetti appartenuti a Jung, Steiner, Castaneda e Gurdjieff.

Senza mezzi termini un vero genio italiano e dell’umanità intera.