Quando la lombalgia non origina dalla colonna vertebrale, ma dall’intestino.

Spesso, mi capita di vedere persone che lamentano dolori lombo-sacrali, in assenza di problematiche articolari di colonna. Succede spesso infatti, che lo studio si concentri sulla zona “colpita” dai dolori e che tali accertamenti, (rx, rnm, ecografia, etc) diano tutti esito negativo, ovvero non evidenzino segni tali da giustificare i dolori lamentati dalla persona. Quest’ultima, in tali casi, presenta dolori lombari e sacrali principalmente al mattino, con rigidità tali, da rendere difficoltoso anche il semplice chinarsi al lavandino per lavarsi i denti. Normalmente, già questo primo sintomo dovrebbe orientare l’esaminatore nel prendere in considerazione cause diverse dalle problematiche strettamente articolari di colonna. Se quest’ultima fosse la responsabile, infatti, il riposo notturno, dovrebbe dare un po’ di sollievo ai dolori, in quanto, proprio durante la notte, avviene un profondo rilassamento muscolare, associato ad una parziale re-idratazione dei dischi intervetebrali. Altro motivo per “accantonare” almeno in prima istanza la causa articolare, è la caratteristica che la lombalgia, ovvero il dolore di colonna, “monta” col passare delle ore d’attività, ovvero ci si sveglia senza particolari fastidi e poi durante il giorno il dolore si fa sempre più insistente fino a “desiderare” il letto, per dare sollievo alla situazione.

Il dolore che si presenta al mattino, anzi, già nel letto, ci sveglia e ci da la sensazione di un blocco lombare  che si “allenta” con la ripresa dell’attività, fino quasi a scomparire durante il giorno, quello, verosimilmente è un dolore, le cui cause vanno ricercate altrove: l’intestino crasso, è lui il principale sospettato. Questa parte d’intestino, è l’ultima porzione del canale digerente, lunga 1,5-2 m. che si apre all’esterno mediante l’orificio anale. Si distingue in colon ascendente trasverso e discendente proprio per la disposizione che occupa nella cavità addominale, fino ad addossarsi letteralmente alla parete addominale nel tratto trasverso. Il tratto discendente, si continua con il colon sigma, iliaco e pelvico, per terminare con il retto, che decorre verticalmente davanti al sacro e al coccige e dopo aver formato l’ampolla rettale, si apre all’esterno attraverso l’ano. La mucosa del colon, produce un secreto alcalino, che anche se privo di enzimi digestivi, associato all’abbondante flora batterica, permette la demolizione di molecole residue presenti nel chimo. Qui avviene pure un importante assorbimento di acqua ed elettroliti, nonché la demolizione putrefattiva delle proteine con relativa liberazione di idrogeno solforato, anidride carbonica e metano.

Per poter chiarire lo stretto rapporto tra colon e colonna vertebrale, è necessario fare un ulteriore puntualizzazione anatomica, parlando brevemente del peritoneo. Quest ultimo, è una vasta e complessa sierosa che avvolge intimamente numerosi visceri presenti nella cavità sottodiaframmatica, compreso il colon e come un sacco, è costituito da una parte anteriore e una posteriore, la prima in rapporto con la parete muscolare addominale, la seconda con la colonna lombo-sacrale mediante il legamento longitudinale anteriore. Proprio per queste caratteristiche, un ristagno di tossine o putrefazioni, derivanti da una digestione “sofferta” o un regime alimentare non proprio corretto, è sufficiente a creare tensione e dolore lombare, tanto più notturno o mattutino, quando cioè i metabolismi rallentano, rallentando pure la “purificazione” sanguigna dalle tossine stesse. A questo punto, in assenza di patologie intestinali, è possibile intervenire sul colon, facendo un massaggio connettivale dell’addome e non propriamente dei visceri.
In che modo? Si chiede alla persona di contrarre la muscolatura addominale, così da poter lavorare e stimolare quel tratto di peritoneo a contatto diretto con la muscolatura addominale da un lato, con il colon dall’altro.

Questo trattamento, non crea dolore viscerale per il motivo detto poc’anzi, ovvero grazie alla protezione data dalla muscolatura addominale tenuta contratta dalla persona, in più va a stimolare una forte vascolarizzazione sanguigna di tutta la zona, creando una bella sensazione di calore diffuso e irradiante. Questo trattamento, con le dovuta pause, non va mai oltre la soglia di sopportazione indicata dalla persona trattata e può protrarsi per una mezz’ora o poco più. Si ripete non prima di una settimana, in quanto è bene lasciare il tempo alla zona di smaltire eventuali fastidi, relativi esclusivamente alla fascia muscolare addominale trattata. La persona, avvertirà nelle ore e nei giorni successivi il trattamento, una sensazione di miglior transito intestinale, nonché un miglioramento della sintomatologia lombare. Questa pratica in più, rivitalizza le funzioni del colon, tratto dell’intestino troppo spesso congestionato e maltrattato da un’alimentazione poco sana, veloce e scadente, com’è quella dei nostri giorni. Al trattamento, di solito, associo consigli alimentari per migliorare le abitudini, spesso scorrette e con poche sedute, la persona otterrà un buon miglioramento, fino a decidere lui stesso, quando interrompere il ciclo di terapia.

Cosa ci dice la Medicina Integrativa?

A proposito del dolore e del mal funzionamento del colon, mi piace porre l’attenzione sull’interpretazione che ci da la Medicina Integrativa del dott. Butto, che unisce la medicina occidentale, a principi che affondano le radici, in altre filosofie provenienti da medicine più antiche, quali  quella cinese e quella indiana, riviste alla luce dei nostri giorni e delle sue grandi intuizioni.

Il meridiano dell’intestino crasso ha un preciso decorso energetico, rintracciabile a livello superficiale e articolare con coinvolgimento del dito indice, della parte postero-laterale dell’avambraccio e del braccio fino alla spalla, interessa parte del muscolo trapezio, decorre lungo il collo fino ad interessare le gengive superiormente e il naso. A livello profondo interessa il funzionamento dell’intestino crasso.  (v. figura)

Il blocco di questo meridiano, si manifesta in modo chiaro quando esiste una chiusura del 3° chakra o plesso solare, a causa di un forte spavento per un eventuale danno fisico personale o altrui. La persona tenderà a manifestare problemi nelle relazioni interpersonali, sfiducia nelle amicizie e difficoltà a liberarsi psicologicamente.

La medicina convenzionale, riconosce al colon la funzione di semplice tratto dell’intestino in cui transitano feci e nel quale si assorbono acqua ed elettroliti. Non prende un granché in considerazione invece, la sua grande reattività ai diversi stati emotivi, percepita invece con molta facilità da chi ne soffre. Per la Medicina Integrativa, i conflitti che causano disfunzioni nel colon sono la paura della critica e del giudizio altrui, nonché un’eccessiva autocritica. Elementi aggravanti possono essere gli stress quotidiani legati ad ansie, paure, depressioni, preoccupazioni ossessive per problemi giornalieri, che si ripercuotono  a livello intestinale con spasmi al solo sopraggiungere di un pensiero negativo. Al contrario, la mancanza d’energia, si associa a stitichezza e feci secche, perciò in questo caso è utile integrare giornalmente, nella dieta, almeno 6 bicchieri di estratti di verdura verde con un cucchiaio d’olio d’oliva in ognuno di essi e in uno dei sei, aggiungere pure un cucchiaino d’olio di ricino. Per la stitichezza cronica è consigliabile il lavaggio intestinale e poi iniziare la pratica del clistere di caffè. Un colon pulito e funzionale, ha ripercussioni positive sull’intero organismo.

Molta attenzione va rivolta alla qualità del cibo e a non associare soprattutto, carboidrati e proteine. Altra fondamentale attenzione è quella da dare all’attività fisica costante e alla liberazione dell’intestino in maniera regolare, alla stessa ora del giorno. Utili sono integratori quali vitamine, sali minerali, oligoelementi e reintegrare la flora batterica intestinale con batteri saprofiti, per eliminare la disbiosi intestinale. Il nostro lavoro di terapisti olistici, per aiutare a superare tali difficoltà nella liberazione da paure e senso di critica, si avvale della tecnica F.E.E.L. e L.E.E. e Dermoriflessologia; l’esame da superare a completamento del processo d’apprendimento sarà quello d’accettare la diversa natura degli altri, capendo pure il loro bisogno di criticare.
Sarà necessario arrivare a formulare questo pensiero: “io mi accetto come sono, non mi paragono a nessuno, accetto gli altri come sono e non devono pensare e agire per forza come me.”
La parola magica sarà quindi ACCETTAZIONE e capire pure l’utilità della critica altrui, al fine di esaminare quanto siamo certi delle nostre scelte e del nostro percorso di vita.