massaggio connettivale

Metodo Furter

Anche questa pratica rientra nel campo olistico, in quanto tale massaggio che si pratica in superficie, appunto sul connettivo, genera risposte riflesse in profondità.

Si inizia mappando la zona da trattare, valutandola dal punto di vista tattile, visivo e per ciò che riferisce la persona.
Si continua poi stimolando la cute con manovre dapprima volte ad allentare le tensioni di superficie per poi scendere a quelle più profonde e qualora presenti, si vanno a trattare i trigger points o punti grilletto, sede di tensioni.

Questa tecnica è indicata per tutte le affezioni articolari e muscolari ma anche per disfunzioni degli organi profondi.
Questi ultimi infatti irradiano dolore e disagio alle zone del derma corrispondente, così stimolando la cute si riesce a ripristinare l’omeostasi e interrompere quel flusso di informazioni presentato sotto forma di dolore.

Il pompage (Metodo Marcel Bienfait)

Il pompage, agisce proprio sulla fascia di connettivo che avvolge intimamente i muscoli e le articolazioni, spesso sottoposti a stress meccanico (lavoro usurante), o rigidità e retrazione (lavoro sedentario o immobilità). Per fascia, s’intende una membrana di tessuto connettivo che protegge un organo o un complesso organico, creando quindi, un sistema unico.  La tecnica dei pompages, ideata dal francese Marcel Bienfait si articola in tre tempi: la messa in tensione, l’utilizzo della tensione ottenuta e il rilascio della stessa.

  1. La messa in tensione deve essere lenta regolare e progressiva, senza mai superare l’elasticità fisiologica dei tessuti. Il superamento di tale limite, come spesso si può essere portati a pensare utile, invece, al contrario si può rivelare dannoso, con riflessi di difesa locali come spasmi e contratture o neurovegetativi, come vertigini e nausea.
  2. La seconda fase, quella che vede l’utilizzo della messa in tensione, ha una durata varia assecondando le più ampie indicazioni, dal lavoro sulle retrazioni muscolari alle degenerazioni cartilaginee/ossee. In quest ultimo caso infatti, col pompage si richiamano i nutrienti che vanno a reidratare le cartilagini. In che modo? Le cartilagini non sono nutrite dalla circolazione sanguigna direttamente, bensì per mezzo della circolazione lacunare ovvero per diffusione dai tessuti limitrofi. Col pompage si crea una pressione negativa inversa che aspira dai tessuti adiacenti i nutrienti utili all’articolazione, altrimenti “asfittica” dall’aumento di pressione dovuta a contratture dei muscoli peri-articolari.
  3. La terza e ultima fase del lavoro consiste nel rilascio della tensione ottenuta, che obbliga l’articolazione a registrare il cambiamento profondo, permettendo alla stessa di adattarsi ai nuovi equilibri circolatori. Migliorerà così l’irrorazione sanguigna lacunare, con relativo smaltimento dei rifiuti dei metabolismi e delle sostanze infiammatorie.

In definitiva il pompage è indicato per tutte le affezioni articolari, siano esse post traumatiche che croniche, per il recupero dell’elasticità e dell’escursione articolare, per i dolori vertebrali, siano essi del tratto cervicale o lombare, per il recupero del movimento dopo lunghi periodi di immobilità. Infine, può essere utile come preparazione muscolare a intervento chirurgico ortopedico.